venerdì 7 dicembre 2012

Escultura y tolerancia...




Riconoscere e confermare potenzialità qualitative in noi e in altri
significa aprirsi ad accogliere, con opacità e brillantezza,
le positività "dell'inatteso"...
Raffaella Colombo






“...Hace años tuve una intuición, que sinceramente creí utópica. Dentro de una montaña crear un espacio interior que pudiera ofrecerse a los hombres de todas las razas y colores, una gran escultura para la tolerancia. Un día surgió la posibilidad de realizar en Tindaya, la montaña donde la utopía podía ser realidad. La escultura ayudaba a proteger la montaña sagrada...”



"...Lo spazio? La scultura è una funzione dello spazio. Non parlo dello spazio esterno alla forma, quello che cinge il volume e in cui le forme vivono, ma di quello spazio prodotto dalle forme, che vive in esse e che è tanto più efficace quanto più opera nascostamente. Potrei paragonarlo al respiro, che fa crescere la forma e lascia che essa si raccolga nuovamente in se stessa, che apre in essa lo spazio della visione – inaccessibile e nascosto al mondo esterno. Per me qui non si tratta di qualche cosa di astratto, ma di una realtà vigorosa, che è tanto corporea quanto quella dei volumi che lo cingono. Questo spazio deve anche poter essere sentito, così come la forma in cui si manifesta. Esso ha proprietà espressive. Traspone la materia che lo attornia in movimento, ne determina le proporzioni, scandisce e ordina i suoi ritmi. Esso deve ora trovare in noi le sue corrispondenze, la sua eco, deve possedere una sorta di dimensione spirituale..."

Eduardo Chillida

Eduardo Chillida|Progetto Montagna Tindaya









martedì 28 agosto 2012

Sand men...


 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Uomini sabbia spesso  dal volto sgretolabile….
 
Troppo spesso  sconosciuto il coraggio d’affrontare sé e altri
per  Essere
e non per rappresentarsi.
Troppo flebile il coraggio, quando  fotografa solo esteriorità.

 
Mi chiedo dove sia quel  coraggio di verità, dal sapore antico e acre,
che  liberi sovrastrutture e arrivi dritto al cuore.
L’uomo, la sua sabbia, il suo volto, la sua interiorità.
E la fierezza  d’essere solo e semplicemente ciò che si è.
Senza timori. Con semplicità.

 
Perché accettare sé significa aprirsi alla complessità dell’altro
senza false paure, preclusioni o inibizioni;
significa accettare  luci e ombre della complessità umana,
significa individuare peculiarità di ciascun uomo senza esserne spaventati.
Significa divenire insofferenti ai teatrini, alle falsità.

 
E se anche la sabbia ricopre temporaneamente un volto, 
almeno quell’uomo deve saper sempre riconoscere sé…

 
Alla tua  consapevolezza, architetto…
al coraggio a denti stretti.
Raffaella Colombo
 


sabato 11 agosto 2012

Il fanciullino....









Giovanni Pascoli: Pensieri e discorsi, 1907
...È dentro noi un fanciullino  che non solo ha brividi…ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona…
….Forse gli uomini aspettano da lui  chi sa quali mirabili dimostrazioni e operazioni; e perché non le vedono, o in altri o in sé, giudicano che egli non ci sia. Ma i segni della sua presenza e gli atti della sua vita sono semplici e umili. Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva . Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella , accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce….
…Tu non vuoi né ripetere il già detto né trovare l'indicibile; non vuoi essere né un'inutilità né una vanità. Vuoi il nuovo, ma sai che nelle cose è il nuovo, per chi sa vederlo, e non t'indurrai a trovarlo, affatturando e sofisticando. Il nuovo non s'inventa: si scopre.
Il fanciullino


E per quanto vi sia ferrea opposizione nel riconoscere ed assecondare la propria affiorante emotività fanciullesca...per quanto la si contrasti razionalmente...sarà comunque parte indissociabile di ciascuno di noi che con gioa, semplicità o tristezza, apre "al nuovo" dove " il nuovo non s'inventa: si scopre"... R.C.
foto Steve McCurry




mercoledì 25 luglio 2012

Noi, architetti di lampi e di tuoni...



















Non si può chiedere all'energia di arrestarsi…

Noi, architetti in movimento,  
viviamo di lampi e di tuoni,
di energie tradotte in corse e frenate,
di sudore e paure, 
di forze perdute  e  riprese,
di rotte improvvisate,  tracciate e modificate,
di luce intravista 
e di nubi osservate su pelle bagnata.

Noi, architetti lontani dall’attesa del nulla,
dal tempo infinito… 
dalla staticità ineloquente,
ci muoviamo con i piedi bagnati  
e sentiamo  affondare la sabbia,
ma corriamo comunque nell’acqua.

Alla tua convinzione, architetto…
a ciò in cui credi e apprezzi…
al coraggio dichiarato,
al tentativo e allo sforzo condivisi…

Grazie, a te.
Raffaella Colombo







































giovedì 21 giugno 2012

Natural and Mud Architecture










Natural and Mud Architecture

14 Giugno 2012
ore 21.00
Ordine degli Architetti di Milano
via Solferino, 17 Milano

L'incontro si è svolto  sul tema dell’Architettura Naturale, della sostenibilità ambientale e culturale inerente a “nuovi paesaggi” che ne derivano, attraverso una selezione critica di opere ed installazioni di architetti e land-natural artists nel rapporto tra autocostruzione, paesaggio e identità dei luoghi.

Sono intervenuti
Arcò Studio Alessio Battistella Politecnico di Milano
Maurizio Corrado direttore di Nemeton
Alessandro Rocca Politecnico di Milano
Modera Raffaella Colombo Politecnico di Milano




Fango, paglia e bombe di semi...
a cura di Susanna Conte
http://fondazione.ordinearchitetti.mi.it/index.php/page,Notizie.Dettaglio/id,2431/type,fo


sabato 2 giugno 2012

Natura Architettura Paesaggio






























Natura Architettura Paesaggio

Ciclo di incontri 2012
Natural and Mud Architecture
Contemporary Urban Landscaping,
Historical Gardens.

Giugno Ottobre Dicembre

a cura di
Raffaella Colombo
Architetto Paesaggista

Ordine degli Architetti di Milano



Nel settore disciplinare dell’Architettura del Paesaggio si propongono tre serate di Architettura come cultura dei paesaggi e del progetto  attraverso pluralistiche considerazioni teoriche e critiche di architetti e docenti universitari, incentrando i dibattiti su opere internazionali e  progetti realizzabili inerenti a “paesaggi progettati”, in costante evoluzione, a tutte le scale, integrati od integrabili negli insediamenti, sottolineando un esplicito allontanamento da progetti di “virtual e visual architectures”.
A partire dall’estensione concettuale di “giardino” come progetto antropico pubblico e privato, si intende indagare la complessita’ della tematica proposta. L’analisi e lo studio del paesaggio moderno si aprono a nuove visioni, nuove relazioni e inedite scale di progetto che configurano scenari tecnici e culturali ibridi nei quali si inserisce in modo nuovo l’antico rapporto tra cultura e natura, paesaggio costruito e paesaggio naturale. RC.



 
 
 
 
 
 
 
 
 


venerdì 25 maggio 2012

Nuovi giardini contemporanei. A Milano.
































Ottagono numero 247  Febbraio 2012  
Ambiente Urbano
DIALOGARE CON LA NATURA

In questo numero della prestigiosa rivista internazionale Ottagono, vi è uno specifico contributo di Silvia Airoldi dal titolo “ Nuovi giardini contemporanei” inerente a tre  progetti, per la riqualificazione di microspazi urbani a Milano, elaborati dagli studenti: Miguel Brembilla, Chiara Somalvico, Serena Mercandelli, Marco Ghezzi,  Francesca Finotti,Valeria Magni, Elisa Sironi, Sergio Facchetti, Giorgio Colombo, Nicola Livio, Riccardo Colombo, della Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano all'interno del corso di “Analisi e progetto del giardino contemporaneo” -Professoressa Raffaella Colombo- durante l'anno accademico 2010-11.



Alla redazione e a Silvia Airoldi un particolare ringraziamento per aver scelto e "sostenuto" progetti culturali qualitativi sviluppati in ambito universitario dandone visibilità. RC. 
















































Stralcio della pubblicazione e dei progetti 


City Roots 
Students:Giorgio Colombo, Nicola Livio, Riccardo Colombo
Via Torino, Milano












Kilometrami
Students:Miguel Brembilla, Chiara Somalvico, 
Serena Mercandelli, Marco Ghezzi























Panta Rei
Students:Francesca Finotti,Valeria Magni,
Elisa Sironi, Sergio Facchetti











sabato 19 maggio 2012

Africa. Architetti tra contrasti e passione...





Conference
Politecnico di Milano. Facoltà di Architettura Civile
Mercoledì 23 Maggio 2012


a cura di
Analisi e Progetto del Giardino contemporaneo
Prof. Raffaella Colombo

Architettura del paesaggio
Africa: paesaggio nella  cultura dei luoghi.

Architettura Vera


intervengono:

Raffaella Colombo
Politecnico di Milano, Scuola di Architettura Civile
Biomi, identità locali, resilienza, ritualità.
Architetti dal “cuore di tenebra” tra contrasti e passione.

Emilio Caravatti
Politecnico di Milano, Scuola di Architettura e Società
Cambiare lo sguardo: esperienze da un mondo altro.
















































lunedì 14 maggio 2012

Riconoscibilità e Bellezza...


Architettura -Uomo-Bellezza
Una relazione aperta, atavica. Mai esaustiva.
Una relazione fisica e di pensiero…





















La Bellezza,  nella sua complessa accezione o semplice riconoscibilità,
non  credo stia negli occhi dell’osservatore ma nella mente.
La mente stabilisce  relazioni primordiali con uomini e intorno riconoscendone bellezza:
nel pensiero, nella voce, nella musica, nel profumo...
in quell’uomo, in quella donna, in quell’architettura, in quel deserto...
Dall’attrazione mentale, luogo astratto di un caos dichiarato,
imprevedibile e incontrollabile, derivano sia inclinazioni culturali sia  propensioni fisiche:
verso qualcosa e qualcuno.

I soli  occhi ingabbiano visioni quotidiane,  riproducono immagini consuete e
perentorie, leggono modelli  che traducono in consuetudini  da cui difficilmente ci si libera…
La  mente dissolve pregiudizi,  ricerca spazi, consente osservazioni  e riconosce libertà.
La mente libera scelte ed azioni, libera l’uomo alla riconoscibilità della Bellezza
a cui l’architettura non si sottrae.

Nella quotidianità siamo soggetti a continui stimoli, a nuove idee e proposte,
a  visionare opere reali e progetti, ad emettere giudizi  tra  turbinio ed accelerazione
di un susseguirsi quasi irreale di immagini.
Osserviamo, osserviamo, osserviamo…




Ma poco rimane e si sofferma.  
E non sarà ciò  che appare agli occhi.
Saranno quelle Architetture di Bellezza  stabili e permanenti nei nostri pensieri,
quelle che ci accompagneranno nella quotidianità,
quelle che per noi hanno e continueranno ad avere significato,
quelle a cui facciamo e faremo riferimento…
Forse inopportune, forse ingombranti, forse inappropriate,
forse non corrispondenti ad ideali prefissati ma profondamente nostre.
E di esse, per ciascuno di noi, molto rimarrà sempre da dire…




La Bellezza appare nella mente liberata.
Di ciascuno di noi, architetto...
Un abbraccio.
Raffaella Colombo




















Venice foto di Daniele Pirola 




"...Vi sono degli istanti in cui il mio corpo si illumina... E' molto curioso. Improvvisamente io posso vedere in me stesso... distinguo la profondità di certi strati delle mie carni; e sento delle zone dolorose, anelli, poli, pennacchi di dolore. Vedete queste figure vive? Questa geometria delle mie sofferenze? Vi sono lampi che assomigliano alle idee. Essi fanno comprendere da qui a lì. Tuttavia mi lasciano incerto. Quando la cosa sta per prodursi, riscontro in me stesso qualcosa di confuso o di diffuso. Si producono nel mio essere dei luoghi ... nebbiosi; appaiono delle spianate. Allora traggo dalla mia memoria una domanda, un problema qualsiasi ... E mi concentro. Conto dei granelli di sabbia e finché li vedo..."  Paul Valéry  Monsieur Teste














giovedì 3 maggio 2012

Natura in Architettura.































Conference
Politecnico di Milano
Scuola di Architettura Civile

mercoledì 9 Maggio 2012
a cura di 
Analisi e progetto del giardino contemporaneo
docente: Raffaella Colombo


Architettura del Paesaggio
Natura in Architettura.
Potenziale invisibile e cultura del progetto.


Raffaella Colombo
Scuola di Architettura Civile, Politecnico di Milano
Installazioni e Architettura naturale.
Architetto, qual è la tua vera natura?
Marco Engel
Vice Presidente Ordine degli Architetti di Milano
Il verde di Milano: gli episodi e la trama.
Dai giardini urbani alle reti verdi metropolitana e regionale





installazioni di Nils Udo



Parleremo di natura non come ovvia evidenza.
Natura non  solo come paesaggio fisico e componenti naturali.
Si parlerà di relazioni tra uomo e natura, di cultura del progetto e paesaggio antropico,
si parlerà di trame verdi nel tessuto urbano milanese, delle sue reti verdi metropolitane e regionali,
di giardini urbani pubblici e di sviluppi futuri.
Si parlerà di Architettura naturale, di uomini artisti che lavorano e plasmano opere, intrecciano cultura.
Si parlerà di natura anche come interiorità. Naturaleza…
Di che natura sei architetto? E le tue scelte, fisiche ed interiori derivano da essa?
Il deserto come paesaggio naturale corrisponde alla tua natura selvaggia, o la tua natura isolata,
il tuo sentire desertico, corrispondono al paesaggio caotico e selvaggio in cui ti muovi? Ed altro...
Le tue architetture come nascono da metalli, vetri, cemento o terra, fango, rami intrecciati, foglie…?
E ancora, la natura dell'uomo lo indirizza verso scelte di luoghi precisi in cui stare...?
L’uomo avverte quale sia la sua vera natura in un sistema umano ed ambientale in continua evoluzione?
La natura è anche indole e si caratterizza come interiorità, come intima predisposizione alla vita.
Con l’arte si ritrovano punti stabili ed equilibri che avvicinano interiorità ed esteriorità,
attraverso un potenziale invisibile che appare a chi si predispone ad accoglierlo…
Possiamo insegnare ad altri ad osservare particolari, ma il potenziale invisibile è individuale.







Alla tua natura, architetto…
Raffaella Colombo










venerdì 20 aprile 2012

Non nell'illusione...



Non credo abbia  senso permanere nell’illusione.


Talvolta comprimere razionalmente  uno spazio interiore,
rendendolo buio e circoscritto, senza più estensione,
significa aver acquisito consapevolezza e individuato l’impossibile.
Significa allontanarsi da quella precipua e spesso tormentante idea
percepita all’improvviso come  illusione
che non corrisponde mai al sogno,
la cui essenza è speranza…
Sogniamo sperando che i sogni si avverino…”


Significa rendere quell'antro della nostra anima
non più accessibile all’impossibilità
apponendo ad esso un salutare sigillo.
Chiudere per aprire al nuovo.
Nuovo spazio...
Significa non soffermarsi nell’accanita ottusità.
Poiché l’architettura si apre alla vita solo con progetti e opere. 
Spesso semplici pertugi,  ma concreti
e con la luce del sole  che arroventa le pareti
e architetti che ne avvertono il calore
e toccano e non temono  ustioni…
Architetti con desideri di concretezza. 

A nuove consapevolezze, a cambiamenti,  
a nuovi sogni...
Al coraggio dello spazio liberato. 
A nuovi percorsi, in ciascuno di noi...
Raffaella Colombo





“…Dobbiamo scoprire che pensare la realtà è, tra tutte, l'avventura più difficile. Significa navigare tra mutilazione e confusione, tra sclerosi e deriva, tra razionalizzazione e irrazionalità, assieme e contro ragione e follia... Il Problema - il gioco del pensiero- è di lasciarci intrattenere abbastanza dalle nostre pulsioni nella misura in cui esse ci regalano immaginazione e invenzione, ma senza cessare di controllarle, senza cessare di mettere alla prova quello che costituisce la sola e la più potente resistenza alle nostre razionalizzazioni: la complessità del reale. E' in quel momento che la complessità del reale può stimolare la complessità del pensiero. …” 
Edgar Morin  Introduzione al pensiero complesso


"...L'uomo invidia l'animale, che subito dimentica [..] l'animale vive in modo non storico, poiché si risolve nel presente, l'uomo invece resiste sotto il grande e sempre più grande carico del passato: questo lo schiaccia a terra e lo piega da parte. Per ogni agire ci vuole oblìo: come per la vita di ogni essere organico ci vuole non solo luce, ma anche oscurità. La serenità, la buona coscienza, la lieta azione, la fiducia nel futuro dipendono [..] dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto..."
F. Nietzsche  Considerazioni inattuali