lunedì 19 settembre 2011

Costruttori di curricula...



Poiché alcune quietudini transitano attraverso inquietudini,
sottolineo il passaggio tra una di queste.















Pianificatori di certezze.
Costruttori d’immagine.
Questo ci chiede il mercato.
Internazionale.
Qual è il suo curriculum?
Deve pubblicare. Mostrare. Scrivere. Esibire. Essere “visibile”…
Pianificatori di Forme.
Costruttori di Visibilità.
E già da studenti iniziano le ansie…
Per quanto la visibilità non sia garanzia di nulla.

Tuttavia quando la spendibilità dell’immagine irretisce,
accade che studenti stagisti sostino silenti in Studi “noti” a far fotocopie,
architetti “di fama” si dotino del dono dell’ubiquità,
docenti e professionisti sostengano Lectures fantasma o improvvisate
in scambi internazionali “culturali”.
Nulla di nuovo…
Curricula quale strumenti di “identità professionale”? Un’illusione.
Per banalizzare: quali i progetti scaturiti da “quell’architetto”
o da validi collaboratori in ombra?
Quali le dinamiche, sinergie, “appropriazioni”
all’interno di una rete di Studi?  E molto altro…

Costruttori di curricula
Spesso con  interesse al passato.
Ho vinto... fatto…costruito…studiato...analizzato…scritto…
Sono stato Premiato…
Curricula  come piccole o grandi tombe rassicuranti
e trasportabili su cui porre fiori freschi.
Patrimoni spendibili all’infinito,
rendita professionale conquistata. Reale o presunta.

Troverò mai qualcuno interessato
ad un Curriculum d’intenzioni…?
Quali idee ha, architetto? Quale entusiasmo la anima?...
Ignazio Gardella: “le mie opere e forse le migliori sono quelle che farò,
incluso le tesi di laurea dei miei studenti”
Una lezione.
 















Così, preferisco l’entusiasmo inarrestabile, al limite dell’incredulità,
di architetti che non si celebrano nel passato confortandosi,
ma sperimentano con precarietà il futuro.
Architetti di torri infrante, di pensieri liberi, di serietà, di qualità.

Architetti i cui curricula vengano aggiornati e contemporaneamente
annullati, con semplicità, in ogni istante della vita professionale
per essere sempre scritti da mani complici e sguardi protesi.
Persino in  equilibrio contraddittorio. Poesia e praticità.
Architetti che desiderino Fare e non Sostare in glorie di medaglie
seppur conquistate con onore.

Architetti che nascano nel “progetto del nuovo” e ci credano.
Architetti di piramidi abbattute.
Di sepolcri frescamente dipinti.
Dove determinazione, volontà di approfondimento, miglioramento
affiancano perseveranza, concentrazione, ricerca ossessiva…
Dove paura lascia sempre spazio a fiducia.

Così abbraccio architetti e coloro per i quali raccontare ciò che si è costruito
assume significato marginale rispetto a ciò che si vorrebbe costruire.
Architetti e studenti che lavorano senza retorica.
Con passione sfrenata e fuochi interiori.
Non esibibili ma profondamente percepibili. Perché Veri.

Di architetti, ingegneri, designers ed artisti,
quali accattivanti Illusionisti managers,
pittori di sé, protesi ad imbellettarsi in babilonici curricula
ne abbiamo abbastanza.
Credo…Per sopportazione e quantità.

Pertanto auspico che si necessiti d’altro. E non solo in Italia.
Costruire seri intrecci culturali, sistemi di relazioni umane
e di Architettura Vera.
Non certo curricula.

Raffaella Colombo





10 commenti:

  1. Sicura Prof, di non aver bisogno di uno "scudo protettivo studentesco" come le ho consigliato ieri in università?
    Perchè non invia lo scritto a tanti suoi colleghi docenti e amici professionisti? Forse potrebbero riflettere.
    Siamo con lei!
    Marco.

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  2. Gentile Professoressa Colombo,
    sono un architetto paesaggista, professionista da vent'anni. Scrivo per dire che il mio successo e quello del mio Studio si basano sulla quantità di opere che ho realizzato e sugli articoli e i libri che ho scritto.
    Architetto Francesco R.

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  3. Ottimo.
    Ma quantità non significa qualità.

    A fondamento alla mia affermazione è sufficiente osservare la moltitudine di spazi aperti pubblici italiani.

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  4. Prof. ma dove sono finiti tutti i nostri "condivido" dei post? Si è azzerato tutto per errore?

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  5. Ho ritenuto di eliminare i “condivido”
    poichè indicativi di Nulla
    e pertanto innecessari.
    Non vendiamo e compriamo.
    Necessitiamo di riflettere
    e indurre discussioni, semmai.
    E chi vorrà esprimere il proprio pensiero
    lo farà. Non premendo un tasto.
    Scusa l’eventuale delusione…

    Raffaella

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  6. Massimiliano F.del M.10 ottobre 2011 alle ore 09:01

    Cara Raffaella, accetti un consiglio da un collega ultrasettantenne: non abbia troppi dubbi e non sia così reticente nel mostrare ciò di cui si occupa in università, faccia pesare il suo ruolo e critichi i colleghi incapaci,venda il suo nome ed esibisca, funziona così in tutto il mondo, mi creda...
    Con stima per la sua serietà e il suo eccesso di idealismo.

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  7. Estremamente chiara "nell'esposizione" di una realtà che purtoppo conosciamo...Professoressa.

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  8. Si pensa più a costruire il curriculum che a fare una "buona" architettura ma non solo in Italia, all'estero ci sono "maestri" eccellenti come dimostrano i siti web... La sua esposizione è molto lucida, attuale e condivisibile se si è seri e impegnati e fa sperare che molti abbiano coscienza di poter cambiare questo "modo di lavorare"... Un saluto da Luca, architetto.

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