Dieci domande a Raffaella Colombo
intervistata da: Bita Rajabbolukat, Colombo Francesca,
Valeria Ferti, Ilaria Feridiè Parmeggiani
International Workshop Ecoweek 2011- Milan-
intervistata da: Bita Rajabbolukat, Colombo Francesca,
Valeria Ferti, Ilaria Feridiè Parmeggiani
International Workshop Ecoweek 2011- Milan-
Politecnico di Milano
INTERVIEW BY: Bita Rajabbolukat, Colombo Francesca
Riteniamo di fondamentale importanza per la formazione
di una figura professionale completa,
specie quella dell’Architetto, l’esperienza
derivante dal viaggiare, dal conoscere e scoprire con i propri occhi realtà di architetture
e culture simili o estremamente differenti dalle proprie.
Nel suo caso quale viaggio l’ha particolarmente segnata
per quanto riguarda il suo pensiero e il suo modo di progettare?
RC. Il mio essere architetto e paesaggista deriva dall’essere esploratrice e studiosa di antropologia.
RC. Il mio essere architetto e paesaggista deriva dall’essere esploratrice e studiosa di antropologia.
Esploratrice di luoghi e di relazioni umane. In cui il viaggio
fisico e non virtuale risulta come una
personale necessità di vita.
Devo spostare il corpo.
Per capire, devo esserci fisicamente. Stare.
Per progettare devo andare sul luogo.
Osservare e cogliere peculiarità, individuare tracce,
toccare, annusare…
Viaggiare significa disponibilità, seppur inconscia, ad
abbandonare i propri luoghi comuni
arricchendosi di cultura. Significa confronto.
Allora, ogni viaggio stratifica la formazione,
sedimentandola.
Tuttavia sento casa in centro e sud America, India e Indonesia.
Lo studio approfondito in università delle civiltà mesoamericane e la successiva lunga permanenza tra piccoli paesi del Messico, Guatemala, Belize e Colombia per approfondimenti e ricerche didattiche universitarie inerenti alle culture Olmeche,Tolteche, Huaxteche, Totonache, Maya...è risultatata fondamentale per comprendere capacità e precisione costruttiva di sistemi architettonici all’ apparenza liberamente collocati su piani aperti ma in realtà di estrema complessità culturale e teorica.
Lo studio approfondito in università delle civiltà mesoamericane e la successiva lunga permanenza tra piccoli paesi del Messico, Guatemala, Belize e Colombia per approfondimenti e ricerche didattiche universitarie inerenti alle culture Olmeche,Tolteche, Huaxteche, Totonache, Maya...è risultatata fondamentale per comprendere capacità e precisione costruttiva di sistemi architettonici all’ apparenza liberamente collocati su piani aperti ma in realtà di estrema complessità culturale e teorica.
L’India, tra Srinagar, il Rajastan e il Kerala, per le lunghe ricerche storiche
e i rilievi in loco di giardini e architetture Moghul. L’idonesia, tra Sumatra,
Lombok e il Celebes, sostando per mesi tra per splendide architetture
lignee decorate con colori naturali delle popolazioni Toraja, apprendendo il
radicato sistema di vita collettivo, socio-ambientale, "solidale" e spirituale.
We consider of fundamental importance for
the formation of a complete professional man,
especially the architect, the experience
gained from travel, from learning and discovering with your own eyes the
reality of architecture and culture similar or extremely different from your
own environment. In his case, which travel was particularly marked you with regard to your thinking and your approach to your design style?
My being as an architect
and a landscape designer derives from being an explorer and anthropologist:
explorer of places and
human relationships, where the physical (not virtual!)
travel is like a personal necessity of life.
travel is like a personal necessity of life.
[...]Travelling means to
be open, albeit unconsciously, to abandon your common places and enrich your
culture. It means comparison. Each travel stratifies the formation, let it
sediment. However I feel at home in Central and South America, India and Indonesia.
The deep study in university of the Mesoamerican civilizations and the
subsequent long period between the villages of Mexico, Guatemala, Belize and
Colombia for deepening my knowledge and researching about the Olmec, Toltec, Totonac, Huaxteca and Maya cultures, was crucial to understand
their skills and precision for the construction of these architectural systems, only
in appearance collocated in open grounds, but in reality with a very complex
culture. (...)
“…Mi professo studioso assai scrupoloso della
natura umana e vivisettore dei miei stessi sbagli. Ho scoperto che l’uomo è
superiore al sistema che propugna. Sono in effetti un sognatore pratico. I miei
sogni non sono impalpabili nullità. Voglio convertire il più possibile i
miei sogni in realtà…” Gandhi, Harijan 1939
Partendo da questa citazione che ha riportato all’interno
del suo corso universitario “Analisi e
progetto del giardino contemporaneo”, quanto
ritiene che i progetti di idee scaturiti dai suoi studenti, che mirano alla
riqualificazione di alcuni microspazi milanesi, possano realmente trovare
riscontro in un progetto realizzabile?
RC. E’ necessario che le idee scaturite all’interno delle università
trovino spazio di visibilità e
riconoscimenti adeguati all’esterno delle stesse, affinché
si entri in un circuito anche economico
positivo. Come accade in tante università americane. Gli
studenti con i docenti progettano ma realizzano anche alcune opere.
‘’[…] I am indeed a practical dreamer. My dreams are
not ethereal void. I want to convert as much as possible my dreams into reality
..." Gandhi, Harijan
1939 Starting from this quotation that you brought
within your university course , how do you think that the preliminary designs
and ideas coming from your students, aimed at upgrading some microspaces in
Milan, can be really reflected in a feasible project?
Ideas, created inside
universities, should find an adequate space of visibility
and recognition outside, in order to enter in a positive economic circuit.
and recognition outside, in order to enter in a positive economic circuit.
As in many American universities, students design
and implement with teachers
some of the works.
Perché a parer suo lo spazio pubblico in Italia è vissuto
in modo diverso nelle città estere, uno tra gli esempi più salienti Barcellona?
RC. Ancora viviamo di tradizione dell’hortus conclusus.
Un sistema difficile da scardinare. Per quanto siano passati
secoli…
E lo spazio pubblico viene percepito come spazio d’altri. Questo è il "focus".
E lo spazio pubblico viene percepito come spazio d’altri. Questo è il "focus".
Why, in your opinion, the public spaces in Italy is
experienced differently from foreign cities? One example above all is Barcelona.
Here in Italy, we are
still living in the tradition of the ‘hortus conclusus’. A difficult system to
disrupt.
Although centuries have
passed, the public space is perceived as "space of others". This is "the focus".
È lo spazio che condiziona il pensiero delle
persone che lo abitano (per esempio la decisione di usufruirne o meno in base
alle possibilità che offre) o è la forma mentis delle persone a prediligere la sola
realtà privata piuttosto che investire sulla valorizzazione di luogo pubblico?
RC. La forma mentis italiana a cui accennavo, seppur generalizzando,
sostiene il concetto di isolamento nel privato. Pertanto si investe culturalmente poco nello spazio pubblico ed i progetti risultano di scarsa qualità seppur di elevato dispendio economico. Un assurdo.
sostiene il concetto di isolamento nel privato. Pertanto si investe culturalmente poco nello spazio pubblico ed i progetti risultano di scarsa qualità seppur di elevato dispendio economico. Un assurdo.
E il meccanismo risulta involutivo poiché non induce a
frequentare questi spazi progettati.
Lo spazio pubblico italiano risulta snaturato nel profondo
significato di collettivo e condiviso. Modificare in parte questo modo di pensare, significa
aprire a progetti qualitativi riconoscendoli.
Significa affermare cura e attenzione per questi nostri spazi . Non d’altri…
Are the spaces that affects the thinking
of people who live in them (for example the decision to use them or not,
according to the possibilities it offers) or is the mindset of people to prefer
only the private reality rather than invest and increase of the value of public
place?
The Italian
mindset, I mentioned before, although generally speaking,
supports the concept of isolation into the private. Therefore, cultural investments are poor in the public space and the quality of projects is low, even though the financial price is high. Absurd.
supports the concept of isolation into the private. Therefore, cultural investments are poor in the public space and the quality of projects is low, even though the financial price is high. Absurd.
And the
mechanism is regressive because it leads to not frequent these designed spaces.
Italian public
space is
distorted in the deeper meaning of shared and collective space.
The partial
changing of this mindset means to be open to the high quality projects an
appreciate them because that are ours. Not
them.
Quale tra gli architetti contemporanei si avvicina più al suo pensiero e concezione di spazio pubblico?
In che occasione ha avuto modo di confrontarsi e conoscere il pensiero di questo architetto?
RC. Al di sopra di tutti, Leonardo da Vinci, che considero estremamente
contemporaneo
sia per la genialità del suo articolato pensiero sia per caparbietà nel tradurre le sue macchine desideranti in realtà e non per se stesso.
Lo "spazio pubblico" è culturale, pertanto penso ad architetti vivi e morti in forma atemporale e lineare, a poeti, filosofi, artisti, a coloro nei quali individuo contributi tesi a migliorare la qualità di vita delle persone,
sia per la genialità del suo articolato pensiero sia per caparbietà nel tradurre le sue macchine desideranti in realtà e non per se stesso.
Lo "spazio pubblico" è culturale, pertanto penso ad architetti vivi e morti in forma atemporale e lineare, a poeti, filosofi, artisti, a coloro nei quali individuo contributi tesi a migliorare la qualità di vita delle persone,
senza preclusioni o modelli da far applicare.
Tra essi:Pablo Picasso, Eugenio Montale, Bramante, Mies van der Rohe, Vitruvio, Kant, Aristotele, Italo Calvino, Pablo Neruda, Luis Kahn, Burle Marx, Bach, Alvar Aalto, Isamu Noguchi, Jellicoe, Carlo Scarpa, De Chirico, Raffaello…
Tra le scuole di pensiero il Movimento Moderno e la Scuola della Catalunya degli anni ottanta in Barcellona,
con le lungimiranti decisioni politiche di Bohigas di una strategia puntuale, coordinata e sistemica per contrastare il selvaggio sviluppo edile a favore di progetti pubblici di architettura del paesaggio
e la strenua difesa di Solà Morales degli spazi aperti.
Tra essi:Pablo Picasso, Eugenio Montale, Bramante, Mies van der Rohe, Vitruvio, Kant, Aristotele, Italo Calvino, Pablo Neruda, Luis Kahn, Burle Marx, Bach, Alvar Aalto, Isamu Noguchi, Jellicoe, Carlo Scarpa, De Chirico, Raffaello…
Tra le scuole di pensiero il Movimento Moderno e la Scuola della Catalunya degli anni ottanta in Barcellona,
con le lungimiranti decisioni politiche di Bohigas di una strategia puntuale, coordinata e sistemica per contrastare il selvaggio sviluppo edile a favore di progetti pubblici di architettura del paesaggio
e la strenua difesa di Solà Morales degli spazi aperti.
Al contrario, escluso Renzo Piano, patrimonio dell’umanità,
non penso a nessun progettista italiano vivente per quanto
attiene ad opere di spazio aperto pubblico
e non lo ritengo un mio limite...
Which of contemporary architects is closer to your thought and concept of 'public space'?
On which occasion had you the opportunity to meet and know the mind of this architect?
Which of contemporary architects is closer to your thought and concept of 'public space'?
On which occasion had you the opportunity to meet and know the mind of this architect?
Leonardo da Vinci is above
all, which I consider very contemporary for the brilliance of his articulated
thoughts and stubbornness
in translating his desiring machines in reality.. and not for himself. The "public space" is cultural, for this reason I also
think, in a timeless form, of living and dead architects, poets, philosophers, artists,
those which individual contributions aimed at improving the quality of life with
their open minds, without preclusive thoughts. Among them:Pablo Picasso, Eugenio Montale, Bramante, Mies van der Rohe, Vitruvio, Kant, Aristotele, italo Calvino, Pablo Neruda, Luis Kahn, Burle Marx, Bach, Alvar Aalto, Isamu Noguchi, Jellicoe, Carlo Scarpa, De Chirico, Raffaello… Among the schools of thought: the Modern Movement and the
School of Catalunya in Barcelona of the eighties and with the strong defence of
open spaces of Solà Morales. On the contrary, with the exception of Renzo
Piano, a World Heritage, I do not think of any living Italian designer with
regard to works of public open space
and I do not think this is a limit from me...
and I do not think this is a limit from me...
pubblicato per Ecoweek 2011.
Raffaella Colombo
Landscape architect, graduated in Architecture at the Politecnico of Milan, Italy.
She has been teaching at the Faculty of Architecture at the Politecnico of Milan since 1991 and she is teaching professor at the course of "Analysis and design of the contemporary garden“ now . She has taken part to landscape stages in Australia, India, Mexico, Colombia and she has been invited to participate in international competitions. She writes for cultural magazines. Her studies and activities reach out toward the private and public landscape design in an urban and environmental dimension.
INTERVIEW BY : Valeria
Ferti, Ilaria Feridiè Parmeggiani
Quali sono
cinque immagini che la portano a pensare ad un “Mondo ecosostenibile”?
RC. Tralasciando che cosa si
intenda per ecosostenibilità in Italia, in cui tutto sembra esserlo…
non penso ad un “Mondo
ecosostenibile” attraverso immagini
ma attraverso sistemi di relazione culturali da cui possano derivare consapevolezza
e vera sostenibilità agli ecosistemi.
ma attraverso sistemi di relazione culturali da cui possano derivare consapevolezza
e vera sostenibilità agli ecosistemi.
Pertanto parlo di cultura e sostegno verso
fragilità ambientali a partire da quella
umana.
Da cui non prescindono. Parlo di Architettura Vera.
Da cui non prescindono. Parlo di Architettura Vera.
Le immagini quindi potrebbero essere
indifferentemente tutte quelle che narrano di vita quotidiana
e non di scenografie immortalate per riviste.
What are five images that
take you to think of a "sustainable
world"?
Leaving aside what is meant by sustainability in Italy, where everything seems to be so...
Leaving aside what is meant by sustainability in Italy, where everything seems to be so...
I do not think about a "sustainable world" through images
but about cultural relathionship systems that might generate awareness
and true sustainability to ecosystems.
Therefore I talk about culture and support towards environmental fragilities,
starting from the human once. From which they are not independent.
I'm talking about True Architecture.
but about cultural relathionship systems that might generate awareness
and true sustainability to ecosystems.
Therefore I talk about culture and support towards environmental fragilities,
starting from the human once. From which they are not independent.
I'm talking about True Architecture.
Images, therefore, may be any of those that tell about everyday
life, and not about captured
scenes for magazines.
E quindi se
la sostenibilità fosse una persona chi sarebbe?
RC. Non ho dubbi: Gandhi. Un sognatore pratico. Per rettitudine, riconoscibilità
delle incoerenze, onestà intellettuale e desiderio di tramutare sogni personali e
collettivi in realtà. Tutto ciò di cui necessita il Pianeta.
So if sustainability was a person who would it be?
I have no doubts: Gandhi. A practical dreamer. For righteousness, recognition of inconsistencies, intellectual honesty and desire to turn personal and collective dreams into reality. All things that our Planet needs.
I have no doubts: Gandhi. A practical dreamer. For righteousness, recognition of inconsistencies, intellectual honesty and desire to turn personal and collective dreams into reality. All things that our Planet needs.
Quali
riferimenti consiglierebbe per progettare un’ architettura in equilibrio con
l’ambiente?
RC. Parlare di equilibrio è esprimersi in termini di
Bellezza.
Ed io la intravedo spesso dove i conservatori del
paesaggio parlano di disequilibri.
Ad esempio, considero le infrastrutture come servizi necessari,
pertanto lacerazioni sul territorio risolte in positivo.
E l’architettura del paesaggio come “progetto del
nuovo” sempre sovrapponibile al segno storico.
Tra i riferimenti individuerei alcune architetture
scevre ed intellettuali di Luis Barragan, Carlo Scarpa, Alvaro Siza, Tadao Ando;
le architetture vegetali, in autocostruzione, preziosamente “tessute” a mano di Giuliano
Mauri, Patrick Dougerthy e dei natural artists e tutte le green architectures
vernacolari nate anche da materiali di riciclo.
What references do you recommend for designing an “architecture in harmony with the environment”?
Talking about harmony means to express oneself in terms of Beauty.
And I often catch glimpses of it, where the landscape conservatives talk about imbalances.
For example, I consider infrastructures as necessary services, lacerations on the territory resolved positively.
And landscape architecture as a "project of the new" always comparable to historical signs.
Among the references I would identify some devoid and intellectual architectures by Luis Barragan, Carlo Scarpa, Alvaro Siza, Tadao Ando, vegetal architectures which build themselves, preciously "woven" by hand by Giuliano Mauri, Patrick Dougerthy and by natural artists and all the vernacular green architectures also born from recycled materials.
Talking about harmony means to express oneself in terms of Beauty.
And I often catch glimpses of it, where the landscape conservatives talk about imbalances.
For example, I consider infrastructures as necessary services, lacerations on the territory resolved positively.
And landscape architecture as a "project of the new" always comparable to historical signs.
Among the references I would identify some devoid and intellectual architectures by Luis Barragan, Carlo Scarpa, Alvaro Siza, Tadao Ando, vegetal architectures which build themselves, preciously "woven" by hand by Giuliano Mauri, Patrick Dougerthy and by natural artists and all the vernacular green architectures also born from recycled materials.
E invece da
quale dei suoi progetti si sente più rappresentata?
RC. Da nessuno. Realizzare giardini e progetti di
spazio aperto privati per una committenza borghese e privilegiata può arricchire in termini economici ma non mi rappresenterà mai.
Pertanto ogni progetto, seppur sentito, appena diviene opera viene consegnato e dimenticato.
Penso più a ciò che farò. Al potenziale aperto da
cui derivano progetti futuri. Al divenire.
Questo mi interessa
realmente.
Which of your projects represents you the most?
None. Making private gardens and open space projects for a privileged middle class, enriches in economic terms but it will never represent me.
Therefore every project, even if felt, as soon as it becomes real it is delivered and forgotten.
I prefer to think about what I'll do. About the open potential from which future projects derive. About what will be. This really interests me.
None. Making private gardens and open space projects for a privileged middle class, enriches in economic terms but it will never represent me.
Therefore every project, even if felt, as soon as it becomes real it is delivered and forgotten.
I prefer to think about what I'll do. About the open potential from which future projects derive. About what will be. This really interests me.
E’ magari
piuttosto un progetto di vita. Mi viene in mente la libertà che propone quando
insegna, dove liberi non si è da
qualcosa ma per qualcosa.
Ancora una
domanda: Foglio bianco, prendo la matita e…
RC. Disegno e scrivo liberamente. Nel caos totale, sovrapponendo
sfrenata fantasia a realtà e così,
senza rapporti di scala e logica, compaiono
scritte, citazioni, alberi alati, cavalli, labirinti, dirupi…
Ciò che appare è una sorpresa. Per me stessa. Poi
osservo, analizzo, critico e critico...
Ridisegno: sottraendo, cambiando, variando, ma sempre
disegnando.
La programmazione
e il bel disegno non mi appartengono per forma mentis e neppure lo
desidero.
Maybe it is, rather, a life project. I’m thinking about the concept of freedom you propose when you teach: you are not free from something but for something.
Maybe it is, rather, a life project. I’m thinking about the concept of freedom you propose when you teach: you are not free from something but for something.
One more question: White sheet, take a pencil and ...
I draw and write freely. In the total chaos, overlapping unbridled imagination to reality and so, without scale proportions and logic, appear writing, quotes, winged trees, horses, mazes, cliffs ... what appears is a surprise. For myself. Then I observe, analyze criticize and criticize...
I draw again: subtracting, changing, varying, but always drawing.
Programming and beautiful design don’t belong to my mindset, and I don’t want this either.
I draw and write freely. In the total chaos, overlapping unbridled imagination to reality and so, without scale proportions and logic, appear writing, quotes, winged trees, horses, mazes, cliffs ... what appears is a surprise. For myself. Then I observe, analyze criticize and criticize...
I draw again: subtracting, changing, varying, but always drawing.
Programming and beautiful design don’t belong to my mindset, and I don’t want this either.
progetto e disegni di Raffaella Colombo