Permanenze…
Se
“ il mistero appare in assenza…”
nel
vuoto, nel sottrarre, nel separare,
per
far emergere…
e, se
siamo anche ciò che ci manca…
allora,
quel pensiero costante che perdura in noi,
quella
persistente solitudine,
quel
continuo sperare e desiderare,
cercare
e sottrarsi,
ci
fanno ben comprendere che in parte non
siamo
senza
tutto ciò a cui tendiamo…
Allora,
ogniqualvolta si ritrovi una linearità geometrica
nell’apparente
incoerenza e volubilità della vita
che
è architettura,
per
sottrazione appariranno inattese due rette coincidenti
e
per sovrapposizione cerchi combacianti…
Allora,
seppur il verso è ipòmetro
e
ridefinisce continuamente il ritmo della nostra metrica personale,
si
continuerà a lavorare e
solo per quel sonetto
saremo
sempre infaticabilmente disposti
a
non soppesare delusioni e incomprensioni…
e
il nostro impegno si focalizza,
non
più inspiegabilmente,
su
quella precisa architettura, uomo, donna, passione, desiderio…
A
quell’architettura celata e radicata in
noi;
al
suo disvelarsi in assenza dell’eccedente…
e
in prossimità dello scomparire…
Alla
ricerca del divenire per sempre
una permanenza necessaria.
Alla
sintesi estrema
di
ciò che ci manca, architetto…
Alla
consapevolezza.
Raffaella Colombo
opere di Luis Barragan