Non si può chiedere all'energia di arrestarsi…
Noi,
architetti in movimento,
viviamo di lampi e di tuoni,
viviamo di lampi e di tuoni,
di
energie tradotte in corse e frenate,
di
sudore e paure,
di forze perdute e riprese,
di forze perdute e riprese,
di
rotte improvvisate, tracciate e modificate,
di
luce intravista
e di nubi osservate su pelle
bagnata.
Noi,
architetti lontani dall’attesa del nulla,
dal
tempo infinito…
dalla staticità ineloquente,
ci muoviamo con
i piedi bagnati
e sentiamo affondare la sabbia,
ma corriamo
comunque nell’acqua.
Alla
tua convinzione, architetto…
a ciò
in cui credi e apprezzi…
al coraggio dichiarato,
al
tentativo e allo sforzo condivisi…
Grazie, a te.
Raffaella Colombo
bello e intenso questo scritto prof.
RispondiEliminaVolevo dirle che in aula, con lei, ho avuto il coraggio e la voglia di condividere pensieri che non avrei espresso con altri professori. Marta