sabato 12 novembre 2011

Public Landscape Architectures: microspazi Milano



Serata di Architettura
17 Novembre 2011
sede Ordine degli Architetti di Milano

Mostra elaborati didattici
Proiezione Videoprogetti 
a.a.2010-11
Politecnico di Milano
Ordine degli Architetti di Milano






a cura di
Raffaella Colombo
Docente di Analisi e Progetto del giardino contemporaneo
Politecnico di Milano Scuola di Architettura Civile.

Commissione di valutazione Videoprogetti didattici
Luisa Collina                
Marco Dezzi Bardeschi 
Franco Raggi               
Alessandro Rocca                            
Raffaella Colombo       
Gli studenti del Corso Accademico

modera il dibattito Marco Engel
Vicepresidente dell'Ordine degli Architetti di Milano


Architettura Viva. Rizomi: microspazi Milano
I giovani e lo spazio pubblico. Nuove esigenze urbane.
Le ricerche didattiche universitarie trovano applicazione nel centro storico di Milano

Si propongono “nuove letture paesaggistiche” e proposte progettuali di Architettura del Paesaggio in ambito urbano  che affermano e sottolineano la centralità dell’uomo nel progetto di spazio pubblico a cielo aperto.
L’analisi e le proposte progettuali affrontano il tema delle complesse aspettative dell’infanzia, della gioventù, dell’adolescenza negli spazi aperti pubblici nei quali si rilevano, in Italia,  carenze sia teoriche sia di attenzione progettuale. I progetti sviluppati intrecciano complessità di rapporti tra i giovani, il movimento, lo sport, la musica e le arti, al fine di proporre interventi site-specific, ecosostenibili, innovativi e tecnologici in cui il “verde” non sia una componente estetica di progetto e la moltitudine di microspazi individuati, vere stanze pubbliche a cielo aperto nel centro storico di Milano, diventi un effettivo potenziale per la città  quale riferimento quotidiano  di un “sistema di rizomi e continuum di verde” per  un’Architettura Viva.
Sempre e solo  progetti di Architettura Vera. Non certo virtuale.


Tra la “leggerezza” di Calvino forse potremmo sostituire scrivere con  progettare


…Presto mi sono accorto che tra i fatti della vita che avrebbero dovuto essere la mia materia prima e l’agilità scattante e tagliente che volevo animasse la mia scrittura c’era un divario che mi costava sempre più sforzo superare. Forse stavo scoprendo solo allora la pesantezza, l’inerzia, l’opacità del mondo: qualità che si attaccano subito alla scrittura, se non si trova il modo di sfuggirle. In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi che non risparmiava nessun aspetto della vita…
Tuttavia conclude l’autore “ Little is left to tell  ma sempre ancora forse resta da dire…Ma per esaurite che siano (le storie) per poco che sia rimasto da raccontare, si continua a raccontare ancora.”
Italo Calvino Lezioni americane

E a raccontare e progettare instancabilmente.
Con entusiasmo.
Sempre.
Raffaella Colombo


                                    
       







giovedì 10 novembre 2011

Dalla rocca...





Dalla rocca...
un'aquila, non solo fra aquile, riconosce aquile
in qualsiasi altro animale individuato.
E per quanto: cardellino, scoiattolo o farfalla
narrino di altra appartenenza,
di essi percepirà solo un’apparenza di inutile involucro
a cui ottusamente  tenterà di attribuire caratteri distintivi della propria specie.
E neppure la loro non compatibilità ne farà variare la certezza.

Continuerà ciecamente a riconoscere in altri animali il medesimo segno.
Il proprio. L’unico compreso. A cui riferirsi.
Per ovvia stabilità. Per ottusità. Per sopravvivenza.
Quella sopravvivenza che spesso infonde sicurezza
e preserva dall’ignoto e sofferma a coloro percepiti come simili.

Quella sicurezza che non apre, non prende, non scardina
e respinge l’ovvio.
Per preservare ben circoscritto il proprio territorio fisico e mentale
e l’abitudine di sé e del proprio specchio lucidato con cura.
Dove gli artigli sono ormai decoro e le piume, piumini.
Dove la riconoscibilità dell’altro è similitudine forzata.
Dove l’Io risulta fulcro.
Dove tutto ciò che è altro viene inteso come  proiezione di sé…

Di questo mi sono accorta, osservando aquile.
Ed essendone osservata…
Da alte rocche.

Così, potremmo dire Aquila o Aquila chrysaetos
o Falco pellegrino o Falco peregrinus o...
e poco importa.
Se lo specchio rimane...
Raffaella Colombo









Spesso il male di vivere ho incontrato

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Eugenio Montale Ossi di seppia 1925