lunedì 13 giugno 2011

Gli artisti...bruciano





















La bellezza dell’artista…
Brucia?

Credo che il termine “astratto” non appartenga agli artisti,
o meglio che essi non si accontentino di un pensiero
quale espressione d’arte mentale;
la pittura e la scultura astratta ne sono esempio…
Credo piuttosto che concettualmente sia riferibile
a coloro che fruiscono dell’ arte.
A coloro che intraleggono, interpretano, immaginano, sognano,
rielaborano. Con l’arte.

Ma gli artisti da sempre, bruciano...
Vivono di fuoco ardente e non trattengono scintille
e carezze, dell’anima. Ne sono travolti, spesso soffrendo.
Bruciano amore, follia, passione, lentezza, serietà, rabbia,
Bruciano bellezza.
E la bellezza, per loro, deve trovare espressività.
Esserci.
Sentirla e trasmetterla.
E questa dirompente forza interiore si avverte intrattenibile.
La bellezza scabra non è travalicante.
Essa travalica la volontà stessa dell’artista.


Le pulsioni che li animano, agitano o addormentano a tratti,
emergono sempre e, con sensibilità  o ferocia,
inducono gli artisti a tradurre interiorità in arte, fisica, tattile,
quale espressività di desideri, pensieri, meditazioni,
lacerazioni, felicità,  grida… Per raccontarsi.
Perché nessuno desidera essere solo, credo…

Da millenni, essi cercano, penetrano, si insabbiano, si arrabbiano,
non trovano, abbandonano, ritornano, si alzano…
ma sempre affrontano l’essenza attraverso la materia.
Pensano e toccano. Afferrano.
Tramutano immaginazione in realtà quale pensiero tangibile…
Dipingono, scrivono, allineano parole, disegnano,
cantano, compongono musica,
scolpiscono, tagliano tele, soffiano vetri, piegano rami,
agitano braccia, realizzano architetture…

Gli artisti da sempre lavorano. Incessantemente.
Per se stessi e l’umanità.
Certo, errori, bizzarrie, emotività, discontinuità, contrasti,
spesso li accompagnano…ma ha importanza?

Raffaella Colombo



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